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sabato 22 febbraio 2014

OCCHI E CUORE APERTI SULLA DIVERSABILITA' E SULL'AFFIDO CON LUCREZIA LONGO E LORY COLETTI.


MOTTOLA – “Ci sono bambini che, nascendo, sono accolti con tenerezza da genitori pronti ad amarli ed altri, invece, che, appena nati, vengono lasciati soli”, proprio com’è accaduto a Sofia. Era stata abbandonata dai suoi genitori biologici, perché idrocefala. Ma, oggi, grazie al coraggio e alla forza d’animo della famiglia, che l’ha voluta prendere in affido, oggi va a scuola ed ama chi la circonda.

La sua vita tanto sofferta, ma altrettanto straordinaria, ha tinto di inchiostro anche le pagine di un libro, “Con il Cuore”, che Lucrezia Longo, sua madre, ha voluto scrivere a quattro mani con Lory Coletti, oggi quindicenne. Una complicità immeditata, la loro; un’empatia, che va aldilà di ogni rapporto di umana amicizia. Lory ha saputo recepire i sentimenti di Lucrezia e, con essi, scrivere queste pagine con la maturità di un adulto. Sono pagine che sanno emozionare e, soprattutto, mettere in risalto il valore vero della vita: quello di avere diritto alla vita stessa.
Il libro è stato presentato, l’altra sera, nell’auditorium della “Manzoni”, alla presenza delle due autrici, del dirigente scolastico Mario De Pasquale, dell’insegnante Virginia Mariani, che ha organizzato l’incontro, del Centro Diurno, degli assessori comunali Mina Panaro ed Antonio Greco. Intervistando Lucrezia e Lory, è stato l’editore Alessandro Labonia a condurre i presenti in viaggio, alla scoperta di quei sentimenti più autentici, che hanno ispirato la freschezza della narrazione.

Quando Lucrezia ed il marito Carmelo, già genitori di Giulio, decisero di adottarla, Sofia aveva appena tre mesi ed era stata abbandonata dalla famiglia d’origine. Oltre ad essere idrocefala, aveva anche la spina bifida. Il che significava sedia a rotelle a vita. ‹‹Come l’ho presa in braccio – ha raccontato Lucrezia – me ne sono subito innamorata››. Ma, ben presto, sono sopraggiunti i problemi. Ci sono voluti ben otto interventi per mantenerla in vita. Durante questi ricoveri, Lucrezia aveva cominciato anche una corrispondenza privata con Gesù. Ma, i momenti di sconforto la portarono a stracciare quelle lettere. Se, oggi, alcune di esse sono racchiuse nel volume, è merito del marito, che le ha raccolte e conservate.
E come accade nei libri di narrativa, anche in questo c’è un punto di svolta, il climax: Lucrezia scopre che Sofia è cieca. Ne muore di dolore. Ma, qualcuno le ricorda che ‹‹Non c’è bisogno di guardare con gli occhi, perché basta saper guardare con il cuore››. Ed è quello che, oggi, Sofia, che ha dieci anni, fa con la sua famiglia, con gli amici di scuola. Come ci dice col cuore gonfio d’amore e d’orgoglio sua madre, ‹‹Sofia, oggi, sta bene nel suo stare bene. Insieme, abbiamo vinto la più grande battaglia, quella per la vita››.

I proventi di vendita del libro saranno devoluti a favore di bambini e ragazzi svantaggiati o diversamente abili.

Maria Florenzio