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sabato 3 gennaio 2015

PRESENTATO IL LIBRO "VENDITORI DI FUMO"... FOTO DELLA SERATA!



Un titolo dal significato polivalente tratto dalle intercettazioni telefoniche sui Riva, “Venditori di fumo”, e un sottotitolo che precisa la volontà di trattare dell’Ilva e di Taranto e non semplicemente dell’Ilva di Taranto: 

questo è il libro presentato il 30 sera nella Sala Convegni di Mottola dal giornalista, di origine tarantina ora residente a Milano, Giuliano Pavone che ha risposto con estrema chiarezza e semplicità, ma con ricchezza di dettagli, alle domande poste da Maria Giovanna Caragnano dell’associazione organizzatrice dell’incontro “LibriAMOci”.
Il libro, come precisato dall’autore, è un saggio su una città ‘invisibile’, per certi versi, e diversa da tutto il resto: è l’unica città con due centri distinti, il vecchio e il nuovo, e separati da un ponte non levatoio ma girevole e è una città che ha conosciuto uno sviluppo veloce, velocissimo. Una città che a Milano può capitare collochino in Abruzzo o in Sicilia, perché confusa con Teramo o Trapani, anche perché la Puglia troppo spesso nell’immaginario collettivo è “un enorme Salento che, però, parla barese, perché fa più ridere.”
Tutto questo ha avuto e ha delle ripercussioni anche sulla popolazione tarantina che ha dimostrato scarso senso civico e di appartenenza. Ha dimostrato, al passato, perché come sappiamo dal luglio 2012 le cose sono cambiate e, come detto in un intervento a fine presentazione, Taranto si è destata e è stata una città che addirittura ha visto gli operai manifestare per difendere il proprio lavoro e le loro mogli dall’altra parte con i piccoli in braccio chiedere la chiusura dell’Ilva.
Certo “sia se l’Ilva chiude sia se non chiude, all’alternativa bisogna pensare comunque” ha detto Pavone aggiungendo un immancabile riferimento ai provvedimenti legislativi dell’attuale governo che, comunque, già nel riferirsi all’arsenale come a archeologia industriale sta dimostrando di usare “parole nuove”. E, in verità, le nostre speranze sono da riporsi più nell’Europa con le sue sanzioni e molto meno nell’AIA “che è una non AIA in quanto parla soltanto di aria e non anche di acqua e di terreno” ha sottolineato il giovane autore.
La situazione è, però, grave come è gravissimo che dalla fine degli anni ’80 se ne sia parlato e che dai governi che si sono alternati ai sindacati ci sia stato non soltanto il non controllare la situazione ma addirittura il sostenerla per i propri interessi che si andavano a intrecciare forti con una ‘cultura’ tutta tarantina di accettazione (quanti e quante di noi sono nati e l’Italsider era già lì come un tutt’uno con il paesaggio! Un mio amico la chiamava “la fabbrica delle nuvole”! ndr) e di mancanza di spirito d’iniziativa.
La serata gelidissima è stata molto partecipata e riscaldata dalle letture, accompagnate dal musicista Donato Rogante, del giovanissimo attore originario di Palagianello, Filippo Lilli, ora residente e impegnato in teatro a Roma, e significativo è stato il ricordo di Fiorella Mannoia che dal palco del suo concerto dice ai tarantini “State uniti!”
A fine incontro, presentato da Carmela Mazzone e voluto fortemente anche dal CEA (Centro di Educazione Ambientale), l’autore Giuliano Pavone si è intrattenuto generosamente nel condividere opinioni e esperienze personali e inevitabile è stato il riferimento a coloro, come la dott. Daniela Spera e l’ex allevatore, ora coltivatore di canapa, Vincenzo Fornaro, che stanno conducendo, e con vigorosa determinazione, in prima persona la battaglia per i diritti civili e umani della provincia tarantina e dell’Italia, nella tutela di quell’unica ricchezza di tutti e tutte che è l’ambiente.

Virginia Mariani