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lunedì 11 aprile 2016

COMUNICATO STAMPA M5S MOTTOLA: L' AMORE (PER LA POLTRONA) VINCE SEMPRE.


Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano: non è solo il refrain di una delle canzoni più conosciute di Antonello Venditti ma il quadro di ciò che è accaduto in collina nel corso delle ultime settimane.

I dissidi di circa un mese fa all'interno della maggioranza tra Pd e Intergruppo, con le conseguenti dimissioni degli assessori Montanaro e Gentile, avevano creato una grave crisi amministrativa con strascichi velenosi e dichiarazioni bellicose tra le parti in causa, che facevano intendere ormai una frattura insanabile tra le due compagini della consiliatura Pinto. 
Dopo settimane di scontri verbali, valzer di reciproche accuse sui social e posizioni all'apparenza irremovibili, tutto si è magicamente ricomposto: il terzo rimpasto della giunta Pinto ha prodotto le nomine dell'architetto Carmine Chiarelli (nuovo assessore all'ambiente, agricoltura e turismo) e di Donato Mastrangelo (con la delega alla polizia municipale e ai servizi sociali), uomini da sempre appartenenti all'entourage di Franco Gentile!
Tutto è bene quel che finisce bene - si potrebbe sostenere - se non fosse che in questi ultimi mesi abbiamo assistito solo al classico braccio di ferro politico con tanto di bluff e ricatti che aveva come unico obiettivo la caccia alla poltrona. Da una parte Gentile e i suoi sodali, pronti a far la voce grossa per rivendicare i propri desiderata utilizzando il peso elettorale decisivo per la vittoria del 2012, dall'altra Pinto e il Pd, tra l'incudine di voler sbarazzarsi degli alleati "riottosi" e il martello di dover sottostare a quelle pretese per non perdere la maggioranza in consiglio. 
In tutto questo teatrino, inscenato con poca fantasia ma molto fervore, è pleonastico sottolineare quanto l'interesse ai problemi e alle esigenze dei cittadini rappresenti solo un contorno di poco conto!
Quattro anni di giunta Pinto sono già un periodo sufficiente per poterne valutare l'operato e per poter arrivare alla conclusione che tra beghe interne e incapacità politica degli attori in scena non si sono raggiunti quelli che erano stati i programmi sbandierati e le promesse presentate in campagna elettorale. 
"Per chi si cerca come noi non è possibile odiarsi mai" concluderebbe Venditti, ed è questo forse l'unico vero risultato raggiunto da questa amministrazione: quattro anni di finte diatribe e di litigi messi a tacere da amorosi riavvicinamenti, in nome delle poltrone e del potere.