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sabato 7 luglio 2018

MOTTOLA (TA). IL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO NON PUO' E NON DEVE CHIUDERE.



Il Ppi, Punto di Primo Intervento non può e non deve chiudere. La proroga concessa (sarebbe dovuto chiudere il 1° luglio) non convince e fa presagire l’ipotesi di chiusura già dalla seconda metà di questo mese.

Allocato nella nuova struttura ospedaliera di Mottola è altamente operativo, funzionale e soprattutto strategico se si considera l’alto indice di incidentalità della statale 100, che attraversa l’intero agro mottolese. Le sue performance sono elevate. Il 2017 è stato chiuso con oltre 5.250 interventi. In molti casi si è trattato di interventi “filtro” vale a dire che si è curato il paziente, riportandolo poi a casa e, pertanto, facendo da filtro al Pronto Soccorso più vicino (Castellaneta). Negli altri casi, i pazienti, dopo essere stati stabilizzati, sono stati trasportati nelle strutture ospedaliere più idonee al caso da curare.
Il 2018 sta confermando lo stesso trend di utilizzo: da gennaio a giugno, le prestazioni sono già state 3.200, come confermato dal dott. Antonio Scarano. Il 99% dei pazienti giunti è stato trattato e rimandato a domicilio. E sono numeri, questi, che non tengono conto delle prestazioni ambulatoriali (otorino, oculista, cardiologo, ortopedico).
Il Decreto ministeriale 70 del 2 aprile 2015 scongiura la chiusura dei Ppi qualora vengano raggiunti i 6.000 accesi l’anno. Siamo ai primi di luglio e a Mottola si è già raggiunta la quota di 3.200 prestazioni. La domanda sorge spontanea: i Ppi devono essere chiusi a prescindere dagli accessi? Dai dati ufficiali si può facilmente dedurre che la chiusura del Ppi di Mottola non farà altro che intasare i Pronto Soccorso delle strutture ospedaliere tarantine, che già non godono di ottima salute. Un servizio che funziona, che evita costi ulteriori per le amministrazioni e problemi per gli utenti deve essere valorizzato, non razionalizzato. Ne va di mezzo la salute dei cittadini.
L’altro giorno ho visitato il Ppi mottolese prendendo nota dei dati e ho assunto l’impegno di intervenire affinchè Emiliano si ravveda e torni sui propri passi. Intanto non si adduca il pretesto, per giustificare la chiusura dei Ppi, della carenza del personale. Di personale c’è n’è da impiegare ed è anche molto qualificato”.
Osteggiare la chiusura dei Ppi non è la mia battaglia, ma quella di cittadini ai quali viene negato il diritto alla tutela della propria salute.
Luigi Morgante

Consigliere regionale di Area Popolare Movimento Schittulli