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giovedì 16 maggio 2013

I FORCONI SMOBILITANO: ARRIVANO LE PRIME RISPOSTE.


IL 30% DELLE AZIENDE HA CHIUSO, E IN ESTATE SI AGGIUNGERA' UN 20%.


S'interrompe, almeno per ora, la protesta, dei Forconi Puglia, in presidio permanente presso San Basilio – Mottola, dallo scorso 11 marzo. Dalla Regione Puglia, arrivano le prime risposte.

Lunedì scorso, infatti, una rappresentanza dei manifestanti, accompagnati dal consigliere regionale Antonio Martucci, è stata ricevuta dal presidente della giunta regionale Nichi Vendola. Gli esiti dell'incontro sono stati resi noti, ieri mattina, durante una conferenza stampa, dallo stesso Martucci e dal presidente dei Forconi Puglia, Giuseppe Caponio.
La protesta era iniziata due mesi fa, in quanto gli allevatori recriminavano il gap esistente tra il prezzo del latte ed i costi di produzione, troppo alti e, quindi, insostenibili. Chiedevano anche la tracciabilità del prodotto negli esercizi di vendita. E, la prima risposta arrivata, riguarda proprio la tracciabilità: “Il presidente Vendola – ha spiegato Martucci – ha messo a nostra disposizione l'ufficio regionale all'Agricoltura, perché si attui quell'iter burocratico, che garantisca l'individuazione e la riconoscibilità della qualità del prodotto; in altri termini, la tanto agognata tracciabilità”.
Ma, quest'iter burocratico sarebbe potuto partire già da tempo, visto che, durante l'incontro regionale, è emerso che coloro che si occupano della trasformazione del latte si erano già detti disponibili a pagarlo di più alla stalla, purché se ne fosse garantita proprio la tracciabilità. Ma, se questa disponibilità da parte delle aziende di trasformazione, era già stata manifestata, perché gli allevatori non ne sono mai stati informati?
La risposta arriva dallo stesso Martucci: “I primi nemici degli allevatori sono le associazioni di categoria, che nulla hanno fatto per garantirne i diritti”. E non la pensa diversamente neanche il popolo dei Forconi: “Ci siamo sentiti sempre abbandonati, ha dichiarato il loro presidente Giuseppe Caponio – da coloro considerati ex sindacati di categoria, rei di non averci mai tutelati abbastanza. A non essere salvaguardati sono gli operatori del settore, i nostri prodotti autoctoni, primo, fra tutti, il latte, ma anche le nostre famiglie”. A rischio, è anche il futuro dei figli degli allevatori: la grave crisi, in cui versa il settore zootecnico, impedisce a coloro, che se ne occupano, di mettere da parte le risorse finanziarie, necessarie per sostenere le spese di studio dei propri figli. Il 30% delle aziende zootecniche ha già chiuso battenti e, per agosto, se ne prevede la chiusura per un altro buon 20%. il settore è al collasso. Intanto, il prossimo 29 maggio, i Forconi si ritroveranno nell'ufficio regionale all'Agricoltura, per verificare gli sviluppi del percorso burocratico, intrapreso per garantire una certificazione al latte pugliese. Rimosso il presidio permanente, i Forconi si attiveranno, a breve, anche per creare un centro di assistenza fiscale ed un nuovo mini sindacato, costituito, rappresentato e gestito unicamente da allevatori.

MARIA FLORENZIO

Fonte: NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA