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giovedì 14 novembre 2013

AUTUNNO, I COLORI DEL FOLIAGE.


Dal Canada al Maine, dalla Sila alla Toscana lo spettacolo degli alberi che perdono le foglie e si accendono di rosso e di oro attira sempre più turisti.

Sulla East Coast degli Stati Uniti, specialmente in New England e nel Maine, li chiamano leaves peepers. Il numero degli appassionati del fall foliage (in Canada e Quebec aprono appositamente le funivie per regalare prospettive dall’alto veramente uniche) è sempre più in aumento anche in Italia, dove lo spettacolo del cambio di colore delle foglie degli alberi determinato dalla differente escursione termica esistente tra il giorno e la notte spinge gli amanti della natura a cercare e fotografare foreste in cui il fogliame diventa un caleidoscopio di sfumature forti e delicate, dal rosso all’arancione, dal giallo all’oro. Nel Nord della penisola, il fenomeno del «cambio di abito» operato dalle chiome degli alberi è quasi terminato, ma scendendo lo Stivale si scoprono ancora tanti boschi «arlecchino». Tra i luoghi più affascinanti c’è il Parco Nazionale della Sila coi suoi faggeti, ontani, platani che, insieme al pino loricato e alla Foresta dei Giganti di Fallistro rappresentano i simboli dell’altipiano calabrese. Per godere l’atmosfera della Sila, si può soggiornare a Torre Camigliati, residenza baronale calabra a Camigliatello Silano, sede del Parco Letterario Old Calabria: in queste settimane è allestita una mostra fotografica di Mimmo Jodice incentrata sui luoghi del Grand Tour che appassionarono tanti scrittori quali Norman Douglas.
L’autore inglese non esitò a scalare il Monte Botte Donato, e percorse la Strada delle Vette proprio per godere al meglio la vista del foliage.Anche la Sicilia è sorprendentemente un luogo prediletto dai leaves peeper. Salendo sui crateri sommitali dell’Etna, infatti, si può godere di una vista non soltanto sulle creste laviche, le sculture scolpite dal magma nel corso dei secoli, ma anche ammirare i boschi alle pendici del vulcano che diventano gialli, mentre in lontananza si vede il mare.
Insomma, una tavolozza di colori da incanto. Un altro belvedere è rappresentato dai rilievi più alti dei Monti Nebrodi e delle Madonie.Anche nella Murgia si può assistere al fenomeno del foliage, specialmente tra i Boschi di San Basilio e Sant’Antuono a Mottola, risalenti al Pleistocene, celeberrimi per il fragno, una specie di quercia di origine balcanica, che sorge in un territorio caratterizzato dalla presenza di gravine. Poco distante si trovano il bosco di Burgensatico e di Lama Cupa. Anche le macchie verdi della Barbagia diventano color ruggine nel tardo autunno, quando in tutta questa zona della Sardegna sono organizzati sagre ed eventi di folklore che coinvolgono 27 centri della Provincia di Nuoro (www.sardegnaturismo.it). Tra i luoghi più suggestivi ci sono i boschi intorno al lago artificiale di Gusana, nei pressi di Gavoi, in cui le querce secolari tappezzano le rive di questo d’acqua a serpentina. Non lontano merita di essere visitato il Monte Gonare tanto caro alla scrittrice Grazia Deledda.
Nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese in Basilicata, il Lago del Pertusillo e la vicina vallata sono tappezzati di lecci, querce che danno a questo paesaggio un tocco nostalgico e romantico in attesa della primavera quando fioriranno le ginestre e le orchidee sulle rive del fiume Agri. Tra i luoghi più spettacolari vi sono l’Abetina di Laurenzana. C’è un angolo di Canada anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo, in particolare al passo di Forca d’Acero, nell’alta Valle del Sangro, coi suoi boschi misti di querce e carpini: attraverso mulattiere e tratturi si possono raggiungere le miniere di limonite scavate in epoca borbonica su volere di Re Ferdinando. Nel Lazio, il Parco delle Terme di Stigliano in provincia di Roma è noto non soltanto per le proprietà salutari delle proprie fonti ma anche per il particolare microclima in cui prosperano aceri, querce plurisecolari, lecci, noccioli, roveri, e anche tamerici: lo spettacolo del foliage, al quale si sottraggono soltanto tamerici e bambù, è davvero emozionante. Come, del resto, nel Parco della Chiesa romanica di San Liberato a Viterbo progettato dall’architetto paesaggista Russell Page il quale fece arrivare appositamente dal Canada alberi ad alto fusto le cui foglie in questa stagione si colorano di ocra, rosso, oro, come del resto le foreste che incorniciano il vicino Lago di Bracciano. In questa stagione è magica anche la Selva di Circe, gioiello del Parco del Circeo, foresta planiziaria di 3.300 ettari di superficie con frassini, ontani neri, pioppi tremuli, un paesaggio dove si possono incontrare volpi, tassi, lepri, daini, moscardini, mentre le Piscine paludose sono il regno degli anfibi.
LUCA BERGAMIN
Fonte: lastampa.it