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martedì 8 settembre 2015

ARCHEOLOGIA E AGRICOLTURA, NELLA CONCA D'ORO DI PALAGIANO CAMPI COLTIVATI GIÀ 6.500 ANNI FA.


Palagiano ha una vocazione antica di 6.500 anni: l'agricoltura.
Grazie all'evento "La Conca d'Oro nei Luoghi del Mito", finanziato dal Gal "Luoghi del Mito" con la collaborazione dell'amministrazione comunale e la segreteria organizzativa della Movimex di Lucia Lillo, sabato 5 settembre in piazza Vittorio Veneto si è discusso di questo attraverso un insolito intreccio tra cultura, archeologia e agricoltura.

Le vestigia di insediamenti più o meno antichi, infatti, puntellano un territorio che si può definire con certezza fertile; e le due cose non sono slegate, se è vero che nel Neolitico, nella Conca d'Oro, arrivarono i primi agricoltori a diffondere la coltivazione dei cereali, dando vita a quella vocazione che ancora oggi identifica il territorio.
In contrada Galliano, a ridosso della costa di Palagiano, ad esempio, c'è la testimonianza più recente di quanto descritto: otto tombe a grotticella, dove sono stati ritrovati reperti inequivocabilmente legati al lavoro della terra. Quella stessa terra cui gli indigeni, che poi diventeranno peuceti e iapigi, si riconsegneranno con la morte considerandola "madre".
Il dibattito moderato dal direttore di Studio 100 Walter Baldacconi, ha permesso di scoprire la ricchezza del territorio di Palagiano sotto diversi punti di vista. Partendo dalla vocazione agricola, che si è manifestata per secoli, fino ad oggi, tempo maturo perché la città se ne riappropri. «6.500 anni fa era già chiara l'importanza di questo territorio - ha spiegato l'archeologa Carmela D'Auria -. Nei secoli le esigenze sono cambiate, certo, anche le produzioni, ma la fertilità di questa terra è una costante che oggi andrebbe ancor di più valorizzata». «Il nostro è un territorio che ha una storia di produttività - ha aggiunto il sindaco di Palagiano Antonio Tarasco -, produciamo primizie, agrumi, uva da tavola e da vino. Purtroppo, però, ce ne stiamo dimenticando forse sviati dalla produzione industriale. Abbiamo l'obbligo, invece, di recuperare quel che i nostri avi ci hanno lasciato, in termini di cultura, per riconsegnarlo ai nostri figli».
Una sfida generazionale, quindi, che userà "armi" non convenzionali. Tutti i ritrovamenti archeologici, infatti, comporranno la raccolta del museo civico in via di realizzazione, nella vecchia sede del municipio. Vi troveranno posto i resti neolitici, ma anche quelli magnogreci e romani. «In questo luogo - ha dichiarato l'archeologa Patrizia D'Onghia -, saranno esposti, speriamo al più presto, tutti i reperti ritrovati nel territorio di Palagiano». «In questi resti c'è la nostra identità - ha aggiunto il consigliere delegato alla Cultura di Palagiano, Maria Grazia Mellone -, l'agricoltura ci è stata portata da questi uomini e con la cultura scopriamo le nostre radici. Ringrazio il Gal "Luoghi del Mito" per l'attenzione data al territorio attraverso questo seminario: questi sono beni culturali di cui dovranno godere tutti, non solo i cittadini di Palagiano».
Il Gal "Luoghi del Mito", quindi, innesca riflessioni sempre originali intorno a tutto ciò che è agricoltura. Come detto dal consigliere comunale di Palagiano delegato alle Politiche Agricole, Vincenzo Nardelli, nonché membro del consiglio d'amministrazione del Gal, l'obiettivo è quello di spingere sulla multifunzionalità. Intercettando risorse per offrire una lettura del territorio innovativa: «Abbiamo intercettato un finanziamento per permettere ai nostri alunni di scoprire come nascono i nostri prodotti tipici - ha spiegato Nardelli -, un altro progetto permetterà la realizzazione di una pista ciclabile proprio nella Conca D'Oro».


L'agricoltura, quindi, è vocazione antica. Ma queste parole ne definiscono anche il suo valore attuale e futuro: l'alternativa alla produzione industriale, prima descritta dal sindaco Tarasco come "distrazione", esiste e si chiama proprio agricoltura. Lo dicono anche i numeri: «Un volano di crescita diverso esiste già - ha spiegato il presidente provinciale di Confagricoltura, Luca Lazzàro -, l'agricoltura è il vero motore della nostra economia. Sia i dati della Camera di Commercio, sia quelli dell'Inps, ci dicono che il settore è in crescita e traina economia e occupazione del territorio».
Non resta che scommettere su questo settore, sfruttandone appunto la multifunzionalità. Si potrebbe partire dai prodotti tipici, ad esempio, elementi imprescindibili della dieta mediterranea. Durante la serata è stato possibile gustarne alcuni, guidati dalla tecnologa alimentare Cristina Vitanza e dal biologo e nutrizionista Marco Greco: «Questa terra è una miniera di prodotti salutari - ha spiegato Greco -, dobbiamo sforzarci di conoscerli a fondo e, per farlo, possiamo affidarci ad esperti che ce ne fanno apprezzare le qualità organolettiche e gustative».

La serata si è conclusa con la consegna del premio "Conca d'Oro", una sorta di "numero zero" di un'iniziativa che l'amministrazione comunale vorrebbe rendere stabile. Presentati da Nicla Pastore, hanno ricevuto il premio gli scrittori Fulvio Colucci, autore de "La Zattera", Valentina Lippolis, autrice di "Nata senz'ali", e Angelo Mansueto, autore di "Flusso di incoscienza", questi ultimi due pubblicati da Pufa Editore, anch'esso premiato, la Pro Loco di Palagiano e il giornalista Giuseppe Favale.