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giovedì 20 marzo 2014

AGGUATO STATALE 106: OGGI LE AUTOPSIE SULLE TRE VITTIME.


Si terranno oggi pomeriggio, nell'obitorio dell'ospedale di Taranto Moscati, le autopsie delle tre persone - un uomo, una donna e un bambino di quasi tre anni - uccise lunedi' sera a Palagiano in un agguato di mafia sulla statale 106. 

Il medico legale, Marcello Chironi, incaricato dal sostituto procuratore Remo Epifani, effettuera' gli esami finalizzati a stabilire con quanti colpi sono stati uccisi i tre, in quali parti vitali del corpo sono stati raggiunti dai proiettili, quali sono state le traiettorie di tiro. Le autopsie si concluderanno in serata, dopodiche', se il quadro sara' gia' abbastanza chiaro e non ci sara' bisogno di ulteriori, specifici accertamenti, l'autorita' giudiziaria disporra' la restituzione delle salme alla famiglia per lo svolgimento dei funerali che potrebbero essere celebrati anche domani anche se allo stato non c'e' alcuna data. Sul fronte delle indagini, invece, Carabinieri e Procura, in attesa del vertice di domani in Prefettura col ministro dell'Interno, Angelino Alfano - che presiedera' il comitato nazionale per l'ordine pubblico -, stanno mettendo a fuoco i diversi elementi sinora raccolti.
Tra le ipotesi al vaglio, quella che potrebbero essere stati in due a sparare contro la Matiz Rossa dove a bordo, lunedi' sera, viaggiavano Cosimo Orlando, 43 anni, la compagnia, Maria Carla Fornari, 30 anni, il figlio terzogenito di quest'ultima, Domenico Petruzzelli, nato da una precedente unione della donna, e due fratellini piu' grandi di quest'ultimo, rimasti illesi alla pioggia di fuoco - sono stati sparati 13 colpi calibro nove - perche' erano sui sedili posteriori. L'auto dove era Orlando, detenuto in semiliberta' che stava rientrando in carcere, e' stata affiancata sul tratto della statale 106 dir all'altezza di Palagiano in direzione Taranto, e una volta a contatto con la Matiz i killer hanno fatto fuoco. La donna e il bambino sono morti subito - fra l'altro il piccolo e' stato colpito alla carotide -. I soccorritori trovarono Orlando in condizioni gravissime ma ancora vivo, tant'e' che hanno cercato di rianimarlo e stabilizzarlo sul posto, pero' le lesioni subite non hanno permesso all'uomo di sopravvivere. Nessun dubbio, invece, sul fatto che fosse l'uomo il bersaglio dei killer.
All'inizio si e' vagliata anche la possibilita' che la "spedizione" assassina riguardasse Carla Maria Fornari, perche' in precedenza compagna del pregiudicato Domenico Petruzzelli, padre dei suoi tre figli, ucciso a sua volta in un altro agguato di mafia tra Palagiano e Mottola a maggio del 2011 insieme ad un suo amico (ci sono state tre condanne all'ergastolo per questo). La donna, al processo, si era anche costituita parte civile testimoniando contro chi era accusato di aver ammazzato il suo compagno. Lo sviluppo delle indagini ha pero' escluso il ruolo della donna e ora tutto verte, sul piano dell'approfondimento, su Orlando, sul fatto che l'uomo, da detenuto semilibero, avendo gia' scontato parte di una condanna per un doppio omicidio effettuato anni addietro, stava rientrando nel mondo della mala e riacquisendo lo spazio che aveva in precedenza. E' in particolare la droga l'area in cui Cosimo Orlando stava cercando di riposizionarsi. Questo avrebbe determinato un conflitto con altri esponenti, con altri interessi, che i rivali hanno cosi' deciso di colpire e di punire con l'agguato mortale.
Ieri sera, intanto, a Palagiano veglia di preghiera per le tre vittime dell'agguato promossa dai parroci.
  "Chiediamo agli autori di un gesto cosi' spietato di pentirei davanti a Dio di quello che hanno fatto e di accettare le conseguenze del loro gesto" hanno detto i sacerdoti alla veglia di preghiera, presenti alcune centinaia di persone. E lunedi' a Palagiano, per un'altra iniziativa antimafia, arriva don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione Libera, che ha fatto della lotta alle mafie il suo tratto distintivo.

Fonte: agi.it