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venerdì 2 settembre 2016

SI SPACCIANO PER APPARTENENTI ALL'ARMA E METTONO A SEGNO UNA TRUFFA AI DANNI DI UNA 50ENNE.


Arrestati dai Carabinieri due uomini e un terzo complice  denunciato in stato di irreperibilità. 
I carabinieri di Mottola, nella tarda serata di ieri, hanno arrestato due uomini, di origini campane, Francesco Bamundo di 46 anni e Gennaro Vollero di 26, entrambi noti alle forze di polizia, per truffa aggravata ai danni di una donna del posto, denunciando in stato di irreperibilità, per il medesimo reato, il terzo complice Michele Mele, 31enne anch’egli campano e conosciuto alle Forze di Polizia.


I tre, in concorso tra loro, hanno messo in scena il loro siparietto e contattata telefonicamente la vittima, spacciandosi per “Carabinieri”, le avevano fatto credere che la figlia si trovava presso la Caserma di Taranto poiché aveva causato un incidente stradale, a seguito del quale un’anziana 87enne versava in gravi condizioni. 

I malfattori per aggirare la vittima, hanno creato un quadro inverosimile della situazione, reso complesso e di difficoltosa risoluzione, con l’intento di alimentare lo stato di preoccupazione ed agitazione nella donna, paventando addirittura gravi ripercussioni giudiziarie a carico della congiunta. A questo punto è stato proposto alla vittima un pagamento di ottomila e 100 euro, da eseguire nell’immediatezza, al fine di dissuadere i familiari della vecchietta rimasta coinvolta nel sinistro dal proporre denuncia.

A fronte delle difficoltà rappresentata dalla signora ad effettuare tecnicamente tali versamenti, i suoi interlocutori l'hanno subito rassicurata, in quanto avrebbero superato la problematica mandando sul posto un loro collaboratore che, peraltro, si è presentato immediatamente quando ancora la conversazione telefonica era in corso. Quest’ultimo, comunque, vestiva abiti borghesi e non mostrava alcun segno distintivo di appartenenza all’Arma.

I presunti “Carabinieri”, nella circostanza, appreso che la donna aveva la disponibilità di “soli” 6mila euro in contanti, dopo un breve colloquio tra loro, mediante l’utenza telefonica della stessa vittima, hanno convenuto che potevano essere sufficienti, pertanto l’uomo incaricato della riscossione si è allontanato con la somma di denaro. 

Solo a quel punto la signora, analizzata a freddo l’inverosimile vicenda, si è resa conto di essere stata oggetto di un raggiro, pertanto è scesa in strada  ed ha incrociato una pattuglia di Carabinieri, questa volta quelli autentici, ed ha quindi raccontato l’accaduto.

Immediatamente sono state avviate serrate ricerche nell’abitato di Mottola, con il concorso di diverse pattuglie della Compagnia di Massafra, che hanno consentito di rintracciare in serata i citati Bamundo e Vollero, a bordo di un veicolo al cui interno i militari hanno ritrovato e sequestrato effetti personali, telefono cellulare e documenti vari, alcuni dei quali muniti di foto, appartenenti al Mele, nella cui effigie la donna ha riconosciuto senza ombra di dubbio colui al quale aveva consegnato il denaro, e che verosimilmente, al momento del controllo, non si trovava insieme ai suoi complici poiché impegnato nella ricerca di un’ulteriore vittima nei paraggi.

Alla luce di quanto sopra, i due soggetti fermati sono stati dichiarati in stato di arresto e, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Taranto su disposizione del pm di turno Rosalba Lopalco.

Proseguono le indagini allo scopo di rintracciare il terzo colpevole nonché al fine di accertare la responsabilità dei tre malfattori in ordine ad eventuali ulteriori episodi verificatisi in Provincia di Taranto.  


I Carabinieri, ancora una volta, esortano tutti i cittadini a non dare alcun credito a soggetti che si presentino come appartenenti all’Arma avanzando richieste di denaro per la risoluzione “bonaria” di qualsiasi tipo di controversia e, nel caso di situazioni sospette, invitare i presunti militari ad esibire i prescritti distintivi di riconoscimento, soprattutto se si tratti di personale in abiti civili, allertando contestualmente il servizio di pronto intervento 112, che potrà verificare rapidamente l’eventuale appartenenza degli stessi all’Istituzione.

Fonte: www.tarantosette.it