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sabato 6 dicembre 2014

IMU AGRICOLA RINVIATA A GIUGNO 2015.


L’Imu agricola sarà rinviata a giugno 2015. La decisione politica del Governo, annunciata stamani dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, fa tirare un sospiro di sollievo a centinaia di agricoltori che il prossimo 16 dicembre avrebbero dovuto pagare un pesante e iniquo tributo. 

L’azione congiunta delle associazioni di categoria, Confagricoltura, Cia Confederazione Italiana Agricoltori e Copagri di Taranto, ha centrato l’obiettivo: costringere il Governo a rivedere i criteri in base al quale era spuntato, a pochi giorni dalla scadenza fiscale, un decreto attuativo del Ministero dell’Economia che aveva provocato una vera e propria rivolta. Ora la frenata, che probabilmente sarà definita con uno strumento simile, un decreto legge da far confluire nella manovra, oppure con un emendamento alla stessa Legge di Stabilità. Confagricoltura, Cia e Copagri avevano immediatamente sollevato il problema dell’iniquità del tributo e, fermo restando che nulla cambia per i terreni che già pagavano l’Imu con le vecchie regole, ora sarà necessario intervenire per chiarire le nuove. In base al nuovo criterio altimetrico, infatti, sarebbero esenti solo i Comuni con altitudine superiore a 600 metri: una mazzata per la provincia di Taranto, in cui la precedente esenzione copriva oltre la metà della superficie agricola. Diversamente per i Comuni ricadenti nella fascia cosiddetta “ex montana” tra 281 e 600 metri di altitudine, ovvero Laterza, Martina Franca e Mottola, per i quali l’esenzione sarebbe solo parziale, limitata cioè ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali. Tutti gli altri, ossia i proprietari di quei terreni agricoli situati sotto la fascia dei 280 metri di altitudine, rischiano di dover pagare quella che per Confagricoltura, Cia e Copagri è l’ennesima tassa iniqua, anche perché applicata in base all’opinabile criterio dell’«altitudine al centro», misurata cioè nel punto in cui si trova il municipio.
Imposta ingiusta e inutilmente vessatoria, anche perché prevedeva il pagamento in un’unica soluzione – diversamente dagli altri contribuenti – e perché in contrasto con lo “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi. “In un momento contrassegnato dalla grave crisi economica, con difficoltà di accesso al credito, ci si aspetta dal Governo interventi di sostegno alle imprese agricole – hanno sostenuto con forza le organizzazioni agricole – e non certo ulteriori aggravi fiscali”. Adesso il ravvedimento e il rinvio sino a giugno, tempo utile, si augurano Confagricoltura, Cia e Copagri, affinché il Governo valuti meglio i criteri d’applicazione dell’Imu agricola ed eviti un più che probabile contenzioso. L’azione delle organizzazioni di categoria, tuttavia, non finisce qui. In funzione della scadenza del 2015, assieme ai parlamentari ionici e ai comuni interessati sarà avviato a breve un percorso in grado di produrre proposte utili per giungere all’appuntamento di giugno stabilendo criteri equi e il più possibile condivisi.


Fonte: martinanews.it